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<<< Precedente - Successivo >>> Le componenti di un vettore La risultante tra più vettori genera un vettore linearmente dipendente ai vettori dati; possiamo fare il ragionamento inverso: dato un vettore risultante, è possibile risalire ai vettori che lo hanno generato? Ad esempio: il vettore (2, 5) può esser il risultato di (2, 0) + (0, 5), ma anche di (1, 2) + (1, 3) o anche di altre coppie di vettori. Possiamo però esser più pignoli e chiederci: dato un vettore risultante, è possibile ottenere un insieme di vettori di direzione fissata, che lo generano?
Nella figura 5 la situazione iniziale: due rette incidenti r ed s, ed un vettore u. L'obiettivo è quello di costruire un parallelogramma con tali rette parallele intorno al vettore: i lati del parallelogramma adiacenti alla coda del vettore individuano i vettori componenti. Il risultato è mostrato nella figura 6. Come abbiamo visto, le componenti cartesiane di un vettore sono i numeri che lo compongono, le coordinate cartesiane che ci aiutano per rappresentarlo graficamente e per svolgere le operazioni. (4, − 2, 1, 8) = (4, 0, 0, 0) + (0, − 2, 0, 0) + (0, 0, 1, 0) + (0, 0, 0, 8) Inoltre dalle componenti individuate possiamo utilizzare i versori canonici, e scrivere: (4, − 2, 1, 8) = 4 (1, 0, 0, 0) − 2 (0, 1, 0, 0) + 1 (0, 0, 1, 0) + 8 (0, 0, 0, 1) = = 4 v₁ − 2 v₂ + 1 v₃ + 8 v₄ Così facendo, abbiamo ottenuto vettori componenti semplici, ognuno appartenente ad una direzione canonica, ad un determinato asse. Osserviamo che in generale ogni componente può esser vista come un multiplo di un versore, e ogni vettore può esser scritto come una combinazione lineare di versori, ad esempio nel caso di due dimensioni: (5, 4) = 5 i + 4 j ^ Componenti parallele e perpendicolari Un'applicazione molto frequente dell'utilizzo di vettori componenti è nelle situazioni in cui si vuole decomporre un vettore lungo direzioni perpendicolari tra loro (come ad esempio gli assi cartesiani). In fisica questo avviene ogni volta che un vettore (accelerazione, forza...) è "storto" rispetto alla direzione del moto, per cui ci sarebbe più comoda una sua componente parallela al moto. Altre volte invece c'è utile una componente perpendicolare al moto. Nella figura 7 abbiamo disegnato le componenti del vettore u lungo la direzione parallela alla retta s u∣∣ (in verde) e in quella perpendicolare u⊥ (in rosso); il vettore u forma un angolo α con la direzione di s. Osserviamo che si viene a formare un triangolo rettangolo avente come ipotenusa il vettore u e come cateti i vettori componenti u⊥ e u∣∣, e un angolo acuto ampio α. Per non fare confusione con i termini:
Applicando le formule goniometriche sui triangoli rettangoli, possiamo calcolare la lunghezza dei due vettori componenti:
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