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Calcolo dei limiti


Abbiamo visto come verificare un limite, tuttavia spesso è necessario calcolare tale valore, ammesso che esista.
Infatti non è scontato che esista un valore numerico limite per la funzione, può accadere che il limite sia infinito, o che non esista proprio alcun limite!

Nel calcolo dei limiti quindi dobbiamo mettere in conto di affrontare casi algebricamente non facili, o in alcuni casi impossibili, se affrontati in da un punto di vista tradizionale.

Per poter capire e familiarizzare con le regole di calcolo dei limiti la cosa fodamentale è cambiare ottica: nel calcolo dei limiti talvolta non si tratta di calcolare la funzione partendo da un valore di x assegnato, ma di ipotizzare un valore a cui la funzione si avvicina, partendo da un intorno di valori per la x, proprio come abbiamo visto nell'es. 5 della pagina introduttiva.

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Algebra dei limiti


Dal punto di vista teorico, con il termine Algebra dei limiti si intende tutto l'insieme di regole che ci permette di determinare il limite di una funzione articolata, composta da varie operazioni, studiando i limiti dei singoli termini e poi, se possibile, svolgendo i calcoli con i risultati ottenuti, secondo opportuni criteri.

Tuttavia possiamo dire in modo più semplice che l'Algebra dei limiti sono le regole da applicare per svolgere le operazioni tra i limiti.

Siano f e g due funzioni e sia xₒ un punto del Dominio di entrambe, o un suo estremo. Supponiamo che:

𝓁𝒾𝓂
x → xₒ
( f(x) )
 
=   a
 
𝓁𝒾𝓂
x → xₒ
( g(x) )
 
=   b
 

con a e b limiti finiti; sia k un qualunque numero reale. Allora:

Linearità del limite

𝓁𝒾𝓂
x → xₒ
( f(x) ± g(x) )
 
=   a ± b
 
𝓁𝒾𝓂
x → xₒ
k · f(x)
 
=   k · a
 

Inoltre:

𝓁𝒾𝓂
x → xₒ
( f(x) · g(x) )
 
=   a · b
 

e, se b ≠ 0,

𝓁𝒾𝓂
x → xₒ
( f(x) ∶ g(x) )
 
=   a ∶ b
 

Queste regole ci dicono, in parole povere, che per calcolare il limite di una funzione, se xₒ appartiene al Dominio, è sufficiente sostituire il valore xₒ alle x della funzione e svolgere i calcoli normalmente.

Esempio 8. Calcoliamo il seguente limite:

𝓁𝒾𝓂
x → 3
(x² − 4x + 5)
 

Svolgimento. Il valore x=3 appartiene al Dominio, per cui non ci sono problemi a calcolare il limite, sostituendo il valore 3 all'interno della funzione, e svolgendo i calcoli.

(3)² − 4·3 + 5  =  9 − 12 + 5  =  2

Conclusione: Il limite della funzione è 2.

Però se al contrario xₒ non appartiene al Dominio, la situazione si complica un po', in quanto vuol dire che xₒ non può esser sostituito normalmente (altrimenti studiare il Dominio a cosa serve?)

La situazione più interessante è quando xₒ è un valore estremo del Dominio: anche se xₒ non appartiene al Dominio, un qualunque suo intorno contiene infiniti punti del Dominio, quindi possiamo aiutarci con i limiti.

In tal caso possiamo applicare le regole viste sopra, ed estenderle anche coinvolgendo infinito, e in casi che normalmente non sono possibili; altri casi possono avere più soluzioni, sono le cosiddette forme indeterminate.

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Formule


Nelle seguenti formule, per sempicità non riscriviamo ogni volta il simbolo di limite; supponiamo che n sia un numero reale, limite finito di una funzione, e analogamente ±∞ siano limiti infiniti di una funzione.

Valgono le seguenti regole algebriche (il punto interrogativo ? indica una forma indeterminata)

Addizioni e sottrazioni:

  • n + ∞ = +∞
  • +∞ + n = +∞
  • n − ∞ = −∞
  • +∞ − n = +∞
  • +∞ + ∞ = +∞
  • −∞ − ∞ = −∞
  • +∞ − ∞ = ?
  • −∞ + ∞ = ?

Moltiplicazioni e Divisioni (¹)

  • n · ∞ = ∞
  • ∞ · n = ∞
  • n · 0 = 0
  • 0 · n = 0
  • ∞ · ∞ = ∞
  • ∞ · 0 = ?
  • 0 · ∞ = ?
  • 0 · 0 = 0
  • n ∶ ∞ = 0
  • ∞ ∶ n = ∞
  • n ∶ 0 = ∞
  • 0 ∶ n = 0
  • ∞ ∶ ∞ = ?
  • ∞ ∶ 0 = ∞
  • 0 ∶ ∞ = 0
  • 0 ∶ 0 = ?

(¹) con n ≠ 0; inltre vale la normale regola dei segni, anche con 0 e ±∞.

Potenze (²)

  se n > 0

  • (+∞)n = +∞
  • (0)n = 0
  • (−∞)n = ±∞

  se n < 0

  • (+∞)n = 0
  • (0)n = ∞
  • (−∞)n = 0

(²) con n intero ≠ 0; valgono sempre le regole degli esponenti pari e dispari.

Goniometriche

  • sin (±∞)   non esiste!
  • cos (±∞)   non esiste!
  • tan (±∞)   non esiste!
  • tan (π/2 + kπ) = ±∞

Esponenziali (³)

  se n > 1

  • n +∞ = +∞
  • n −∞ = 0

  se 0 < n < 1

  • n +∞ = 0
  • n −∞ = +∞

  se n > 0

  • n 1 = n
  • n 0 = 1
  • 1 n = 1
  • 1 = ?
  • (+∞) +∞ = +∞
  • (+∞) −∞ = 0
  • (+∞) 0 = ?
  • 0 +∞ = 0
  • 0 −∞ = ∞
  • 0 0 = ?

(³) con n ≠ 0 e 1; inoltre gli esponenziali devono avere base positiva.

Logaritmi (⁴)

  se n > 1

  • log n (+∞) = +∞
  • log n (0) = −∞

  se 0 < n < 1

  • log n (+∞) = −∞
  • log n (0) = +∞

(⁴) con n ≠ 0 e 1; inoltre i logaritmi devono avere base e argomento positivi.

Osserviamo che le funzioni periodiche (seno, coseno, tangente) per loro natura non hanno limite ad infinito.

Esempio 9. Calcoliamo il seguente limite:


𝓁𝒾𝓂
x → 1⁺
2
x² −1
+
x + 5
2

Svolgimento. Il valore x=1 non appartiene al Dominio (basta determinare le c.e.) ma è un valore estremo, per cui dobbiamo fare attenzione.
In particolare x → 1⁺ vuol dire che dobbiamo considerare solo valori leggermente maggiori di 1.
Sostituiamo alle x della funzione e svolgiamo i calcoli.

2
1⁺ − 1
+
1⁺ + 5
2
  =  
2
0⁺
+
6
2

Osserviazione: nel primo denominatore il risultato è 1⁺ − 1 = 0⁺ un numero leggermente più grande di zero, quindi positivo.
Anche nella seconda frazione possiamo fare questo ragionamento, 1⁺ + 5 = 6⁺, tuttavia il segno del risultato non cambia se ci troviamo un po' prima o un po' dopo di 6, quindi in questo caso possiamo tralasciare questa precisazione.

Riprendendo i calcoli, secondo le regole delle divisioni, un numero diviso zero viene infinito, per cui la prima frazione ha risultato infinito; seguendo le normali regole dei segni, essendo sia il numeratore che il denominatore positivi, il risultato è positivo, quindi +∞.
La seconda frazione è un calcolo normale.

+∞ + 3

Guardando le regole delle addizioni, un numero più infinito viene infinito.

+∞ + 3   =   +∞

Conclusione: Il limite della funzione è +∞.

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