Inizio News LIMITI Info

Introduzione - Definizioni - Operazioni - Forme indet. - Continuità - Asintoti

★ ★ ☆

<<< Precedente   -   Successivo >>>

Una forma indeterminata, o forma di indecisione è una situazione generica in cui il calcolo dei limiti può portare a più soluzioni; di conseguenza in presenza di forme indeterminate non possiamo fornire un risultato automatico, come invece abbiamo visto che si può fare nei casi precedenti (vedi le operazioni); qui dobbiamo studiare la situazione caso per caso, per capire come aggirare l'indeterminazione.

Risolvere una forma indeterminata è come sbrogliare una matassa: bisogna ripartire dall'espressione iniziale e riscriverla in un modo diverso (a volte più semplice, altre volte più complesso) e provare a vedere in questo nuovo modo è scomparsa l'indeterminazione.

Come regola generale quindi, per risolvere una forma indeterminata occorre:

  1. ripartire dall'espressione iniziale, quella che avevamo prima di effettuare la sostituzione, e provare ad applicare passaggi algebrici di vario tipo;
  2. dopo aver modificato l'espressione, cercare termini che si possano semplificare (ovviamente senza tornare all'espressione iniziale);
  3. dopo aver semplificato, provare a ricalcolare il limite utilizzando la nuova espressione.

In alcuni casi sono necessari diversi passaggi, partendo da forme molto complesse e andandole a risolverle, oppure rigirandole in altre forme più semplici da gestire.
Vedremo ora le principali forme indeterminate, e le strategie migliori per risolverle.

^
Torna su

Le forme algebriche


Forme:   +∞ − ∞   e   −∞ + ∞

Risoluzione:

  • Nel caso in cui l'espressione iniziale sia un normale polinomio (caso più comune) è sufficiente effettuare un raccoglimento totale, mettendo a fattor comune la x di grado maggiore, anche se non è un vero fattore in comune.
  • Se sono presenti espressioni irrazionali, occorre invece provare a razzionalizzarla, ossia moltiplicare e dividere per un'espressione opportuna, spostando le radici in un eventuale denominatore.
  • Se compaiono anche funzioni trascendenti (sen, cos, log…), possiamo provare ad uscirne applicando alcune proprietà di tali funzioni.
  • Come ultimo metodo (più avanzato) possiamo aiutarci con il confronto tra infiniti, o con le regole dei limiti notevoli.

Forme:   ∞ · 0   e   0 · ∞

Risoluzione:

  • Nel caso in cui abbiamo moltiplicazioni tra espressioni fratte, possiamo applicare le operazioni tra frazioni, cercando eventuali fattori da semplificare.
  • Se sono presenti espressioni irrazionali, può esser utile razzionalizzare, come visto prima, ma in questo caso non sempre è utile.
  • Altrimenti è possibile trasformare la moltiplicazione in una divisione, usando le regole delle frazioni, per scrivere la nostra espressione come una frazione (eventualmente a puù livelli) e a questo punto, pur non avendo risolto la forma, l'abbiamo rigirata in un altro tipo, più gestibile: ∞ ∶ ∞ oppure 0 ∶ 0.

Forma:   ∞ ∶ ∞

Risoluzione:

  • Questa è di fatto la forma indeterminata più frequente negli esercizi, suprattutto nello studio di funzioni algebriche fratte; in questo caso occorre raccogliere a fattor comune i termini di grado maggiore del numeratore, e poi del denominatore, quindi semplificare tra loro i due fattori raccolti.
  • Se compaiono funzioni trascendenti, possiamo aggirare il problema con il confronto tra infiniti.
  • Come ultimo metodo, possiamo coinvolgere le derivate e applicare il teorema di de L'Hospital.

Forma:   0 ∶ 0

Risoluzione:

  • Se l'espressione è una frazione algebrica (o se la si può rendere tale), è necessario scomporre in fattori numeratore e denominatore, con le classiche regole di scomposizione in fattori dei polinomi; infatti, per il teorema di Ruffini, il numeratore e il denominatore hanno sicuramente dei fattori in comune da semplificiare.
  • Se compaiono funzioni trascendenti, possiamo anche qui aiutarci con il confronto tra infinitesimi o con le regole dei limiti notevoli.
  • Come ultimo metodo, anche qui possiamo coinvolgere le derivate e applicare il teorema di de L'Hospital.

Esempio 10. Calcoliamo il limite seguente:

𝓁𝒾𝓂
x → +∞
( 3x² + 5x − 2x³ + 12 )
 

Svolgimento. Per prima cosa andiamo a sostituire a tutte le x il valore +∞ e, quando possibile, svolgiamo i calcoli secondo le regole viste in precedenza:

3(+∞)² + 5(+∞) − 2(+∞)³ + 12 =

= 3(+∞) + 5(+∞) − 2(+∞) + 12 =

= +∞ + ∞ − ∞ + 12 =

= +∞ − ∞ + 12 =

= +∞ − ∞   F. I.

Quest'ultima operazione non può esser svolta, essendo una forma indeterminata del tipo + ∞ − ∞. Allora, seguendo le indicazioni, riprendiamo l'espressione iniziale e raccogliamo x³, che è il termine di grado più alto; ovviamente, non esserndo un fattore in comune, molti termini diventeranno frazioni.

x³( 3/x + 5/x² − 2 + 12/x³ )

A questo punto proviamo a calcolare il limite della funzione scritta in questo modo, accorgendoci che i termini a frazione sono operazioni del tipo numero ∶ infinito, e quindi il loro risultato è zero.

𝓁𝒾𝓂
x → +∞
[ x³ ( 3/x + 5/x² − 2 + 12/x³ ) ] =
 

= (+∞)³ [ 3/(+∞) + 5/(+∞)² − 2 + 12/(+∞)³ ] =

= (+∞) [ 0 + 0 − 2 + 0 ] =

= (+∞) ( −2 ) =

= −∞

Conclusione: il risultato di questo limite è −∞.


Esempio 11. Calcoliamo il limite seguente:

𝓁𝒾𝓂
x → 3
x² − 2x − 3
2x² − 6x
 

Svolgimento. Iniziamo sostituendo a tutte le x il valore 3 e svolgiamo i calcoli:

 
(3)² − 2(3) − 3
2(3)² − 6(3)
  =  
  =  
9 − 6 − 3
18 − 18
  =  
0
0
  F. I.

Quest'ultima operazione non può esser svolta, essendo una forma indeterminata. Allora riprendiamo l'espressione iniziale e, seguendo le indicazioni, cerchiamo di scomporre in fattori; questa volta, poiché i due polinomi si sono annullati, il teorema di Ruffini ci garantisce che possono esser scomposti in modo normale.

Analizzando separatamente numeratore e denominatore, notiamo che:

  • il numeratore è un trinomio speciale;
  • il denominatore può esser scomposto mediante raccoglimento totale.
(x − 3)(x + 1)
2x(x − 3)

Osserviamo che, proprio per il teorema di Ruffini, dal momento che entrambi i polinomi si annullano per x = 3, allora entrambi hanno come fattore il binomio (x − 3), che possiamo semplificare.

A questo punto proviamo a calcolare il limite della funzione semplificata.

𝓁𝒾𝓂
x → 3
x + 1
2x
 
=
 
  =  
(3) + 1
2(3)
  =  
4
6
  =  
2
3

Conclusione: il risultato di questo limite è ⅔.

^
Torna su

Le altre forme


Forma:   (+∞) 0   e   (0) 0

Risoluzione:

  • Per aggirare queste indeterminazioni è necessario usare le proprietà tra esponenziali e logaritmi, in particolare l'identità:

    a = e ln(a)

    essendo e la costante di Nepero e ln(a) il logaritmo naturale di a; tale identità vale per ogni numero a reale positivo.
    Nel nostro caso, abbiamo una potenza a b e questa identità si generalizza così

    a b = e b · ln(a)

    dove l'esponente b → 0, mentre la base a → +∞ (oppure a → 0); osserviamo che:
    se a → +∞ allora anche ln(a) → +∞,
    se a → 0 allora ln(a) → −∞,
    quindi, anche se non si risolvesse del tutto l'indeterminazione, comunque in entrambi i casi si può gestirla come una forma 0 · ∞, presente all'esponente.

Forma:   (1)

Risoluzione:

  • Per risolvere questa forma indeterminata, in qualunque espressione compaia, è fondamentale riuscire a scriverla in questo modo:

    (1 + A) B

    essendo A e B espressioni variabili, dove A → 0, mentre B → +∞.
    Allora, per mezzo dei limiti notevoli possiamo trasformare l'espressione nel seguente modo:

    (1 + A) B   ↠   e B / A

    che ci permettono di risolverla completamente, o alla peggio di gestirla come una forma indeterminata algebrica, presente all'esponente.

^
Torna su

Limiti notevoli


I limiti notevoli sono particolari esempi di forme indeterminate trascendeti, che non si possono risolvere in modo tradizionale, ma che si riescono ad aggirare confrontando i limiti con limiti più semplici, grazie a particolari proprietà matematiche.

Di seguito elenchiamo i principali limiti notevoli, mostrando sia il caso fondamentale, sia l'applicazione pratica, utile a livello generale, che permette di trasformare le espressioni trascendenti in espressioni algebriche.

Importante: Il risultato di tali limiti notevoli vale solo se ci troviamo nella forma indeterminata 0 ∶ 0; in caso non compaia l'indeterminazione, o ne compaia una diversa, non possiamo utilizzare questi risultati!.

Funzioni goniometriche (¹)

Caso base Applicazione
 
𝓁𝒾𝓂
x → 0
sen(x)
x
  =  1
Se A → 0
sen(A)   ≈   A
 
𝓁𝒾𝓂
x → π/2
1 − cos(x)
=
1
2
Se A → π/2,
cos(A) ≈ 1 − A²/2
 
𝓁𝒾𝓂
x → 0
tan(x)
x
  =  1
Se A → 0
tan(A)   ≈   A

(¹) la lettera A indica una qualunque espressione letterale.

Limite di Nepero

Un caso particolare è il limite di Nepero: esso scoprì che una determinata espressione, avente come forma indeterminata 1 , converge ad un valore numerico finito: tale valore è un numero irrazionale e trascendente, che appunto venne chiamato costante di Nepero, e si indica con la lettera e (per approfondire, vedi costante di Nepero).

𝓁𝒾𝓂
x → 0
(x + 1/x)x
 
= e
 

Applicando di tale limite, possiamo risolvere tutte le forme indeterminate della forma a b, dove a → 1 e b → ∞, come abbiamo visto sopra.

Inoltre il limite di Nepero ci permette anche di individuare altri limiti notevoli:

Funzioni esponenziali e logaritmiche (²)

Caso base Applicazione
 
𝓁𝒾𝓂
x → 0
bx − 1
x
= ln(b)
Se A → 0
b A ≈ 1 + A ln(b)
 
𝓁𝒾𝓂
x → 0
logb (x + 1)
x
= logb(e)
Se A → 0
logb(A + 1) ≈ A logb(e)

(²) la lettera b indica una base costante, mentre A indica una qualunque espressione letterale.

Ricordiamo che il logaritmo naturale (ln) ha proprio come base la costante di Nepero; quindi se nei limiti la base b coincide proprio con e, allora ln(e) = 1, e questo semplifica molto questi due risultati:

Caso base Applicazione
 
𝓁𝒾𝓂
x → 0
ex − 1
x
= 1
Se A → 0
e A   ≈   1 + A
 
𝓁𝒾𝓂
x → 0
ln (x + 1)
x
= 1
Se A → 0
ln (A + 1)   ≈   A

Esempio 12. Calcoliamo il limite seguente:

𝓁𝒾𝓂
x → 0
sin (x²)
ln (x + 1)
 

Svolgimento. Iniziamo sostituendo a tutte le x il valore 0 e svolgiamo i calcoli:

sin (0)
ln (1)
  =  
0
0
  F. I.

Siamo arriata alla forma indeterminata 0 ∶ 0. Dal momento che sono coinvolte funzioni trascendenti, possiamo riscrivere questa espressione facendo sí che compaiano i limiti notevoli; nel nostro caso conviene iniziare dividendo per x numeratore e denominatore (proprietà invariantiva della divisione):

sin (x²) / x
ln (x + 1) / x

Nel denominatore è comparso il limite notevole; al numeratore no, in quanto l'argomento del seno è diverso dal suo denominatore; allora conviene moltiplicare e dividere ulteriormente per x (questa volta non toccando il logaritmo):

sin (x²) · x / x²
ln (x + 1) / x

Che può esser riscritta portando fuori la x:

sin (x²) / x²
ln (x + 1) / x
· x

È importante notare che in tutti questi passaggi non abbiamo modificato il risultato dell'espressione iniziale, l'abbiamo solo scritta in modo diverso.

Osserviamo che compaiono due limiti notevoli:

𝓁𝒾𝓂
x → 0
sin (x²)
𝓁𝒾𝓂
x → 0
ln (x + 1)
x

Entrambi questi limiti tendono ad 1. Possiamo adesso studiare il limite totale.

𝓁𝒾𝓂
x → 0
sin (x²) / x²
ln (x + 1) / x
· x
  =  
1
1
· 0   =   0

Conclusione: il risultato di questo limite è 0.

^
Torna su


<<< Precedente   -   Successivo >>>


Condizioni di utilizzo Contatti Created by Stefano Caroselli Mappa